Cantine d’Italia di Go Wine, una guida per la ripartenza dell’enoturismo
3′ di lettura
Una guida del vino che vuole distinguersi dalle altre perché valuta le cantine anche (o meglio, forse, soprattutto) per la capacità di saper accogliere l’enoturista e saper spiegare i segreti dei propri prodotti e del territorio, non solo dal punto di vista strettamente enologico, ma mettendo l’accento sul legame con l’ospitalità e la gastronomia dei luoghi, con il senso stesso del viaggio. È la filosofia di “Cantine d’Italia – Guida per l’enoturista”, di cui Go Wine ha presentato l’edizione 2022. Una guida “da tenere in auto” con informazioni pratiche come gli orari di apertura per le visite in cantina e il nome del referente per l’ospitalità da contattare.
Un’edizione che si spera possa essere quella della ripartenza definitiva per il mondo dell’enoturismo, soprattutto per quelle cantine che magari non hanno la possibilità di sbocchi importanti nella grande distribuzione o all’estero, ma che hanno saputo aprire le proprie porte al pubblico, con le visite e le attività di accoglienza (dall’agriturismo e la ristorazione fino a veri e propri musei) che sono diventate una parte importante del business, oltre che un fondamentale canale di promozione. Attività che per forza di cose, tra lockdown e restrizioni, ha subìto una frenata negli ultimi due anni. Ora è appunto il momento di ripartire da dove si era rimasti: il valore dell’enoturismo secondo il Rapporto sul turismo del vino nel 2019 ha raggiunto 15 milioni di presenze per un giro d’affari stimato in 2,65 miliardi.
Loading…
Leggi anche
Sono 820 le cantine selezionate dalla Guida, coordinata dal presidente dell’associazione Massimo Corrado, 245 le “Impronte d’eccellenza”, oltre 4.400 i vini segnalati, circa 1.500 indirizzi utili per mangiare e dormire.
Le “impronte” contraddistinguono, secondo Go Wine, le cantine d’eccelenza dal punto di vista enoturistico e sono attribuite alle realtà che hanno conseguito i punteggi più alti nella valutazione complessiva su tre fattori: sito (e cioè la cantina sia dal punto di vista della struttura che dei vigneti), accoglienza (vocazione ad aprirsi all’esterno sia come ricettività sia con iniziative culturali mirate) e profilo produttivo (il vino viene valutato nel corso del tempo, al di là della singola vendemmia, specificano i curatori della guida).
Salgono a 16 le cantine che raggiungono il vertice delle “Tre Impronte Go Wine” con l’ingresso della cantina San Felice di Castelnuovo Berardenga, in un parterre che comprende Badia a Coltibuono (Toscana); Bellavista (Lombardia); Ca’ del Bosco (Lombardia); Capezzana (Toscana); Castello Vicchiomaggio (Toscana); Ceretto (Piemonte); Donnafugata (Sicilia); Feudi di San Gregorio (Campania); Ferrari (Trentino); Florio (Sicilia); Fontanafredda (Piemonte); Lungarotti (Umbria); Malvirà (Piemonte); Masciarelli (Abruzzo); Planeta (Sicilia); San Felice (Toscana).
La Toscana guida la classifica con 53 Impronte, seguita da Piemonte (43) e Veneto (34).Sono 8 le cantine che, entrate per la prima volta in guida con l’edizione 2022, ottengono l’Impronta: Castello di Ama, Castello di Poppiano, Fontodi e San Felice (Toscana); Cantina Tramin e Tenuta Kornell (Alto Adige); Di Majo in Molise e Firriato in Sicilia.Sono invece 4 le cantine già presenti in Guida che ottengono per la prima volta il riconoscimento: si tratta di Michele Chiarlo in Piemonte, Il Palagione in Toscana, Felline in Puglia e Contini Attilio in Sardegna.
Fonte: Il Sole 24 ORE